Tre weekend, dal 14 al 29 settembre 2024 per una serie di Visite, esperienze, passeggiate e tanta bellezza da vivere a Termini Imerese.
Salgono ad 11, in questa edizione, i luoghi da visitare all’interno del Circuito “Le Vie dei Tesori”. A loro si uniscono 4 eventi, 2 passeggiate ed altrettante esperienze culturali.
- Antica Bottega Russello. Quel mondo colorato dove nascevano i carretti.
àˆ il 1942 e il piccolo Salvatore segue papà in falegnameria: il bambino disegna già benissimo, ma si lascia intrigare dall’ebanisteria; diventa per tutti don Totò, abile artigiano con una passione smisurata per il carretto siciliano. Ma realizzarne uno non è cosa facile, ogni pezzo è un ingranaggio di un marchingegno complicato, frutto di ore di lavoro di diversi artigiani: ma don Totò fa da solo ed è talmente bravo da realizzare ogni singolo pezzo. La sua bottega è rimasta immutata col passare degli anni, oggi riapre le porte al pubblico per non far dimenticare le fasi di lavorazione del carretto siciliano che don Totò ha lasciato in eredità ai nipoti - Antiche Terme Romane.
Secondo i racconti mitologici, l’origine delle acque caldissime, che “costituivano le più famose terme dell’epoca antica, note in Grecia, come a Cartagine e in altri paesi” (Giuseppe Patiri, secolo XVIII), si deve al mitico Eracle. Lo storico Diodoro Siculo nel libro IV delle sue narrazioni, riferisce che l’eroe dalla forza straordinaria, tra una Fatica e l’altra, giunse a Thermae Himerenses, nelle terre consacrate dai suoi abitanti al culto della dea Atena. Che accolse l’eroe e ordinò a ninfe e Naiadi di far sgorgare dei bagni caldi per alleviarne la stanchezza. Le terme furono utilizzate da tutti gli invasori che nei secoli dominarono la città termitana, dal periodo preromano a quello normanno. - Biblioteca Liciniana con Chiostro delle Clarisse.
La Biblioteca Liciniana fu istituita il 17 maggio del 1800, conta oltre 102 mila volumi e manoscritti, un’emeroteca e 4.500 volumi dalla biblioteca di San Martino delle Scale, oltre a pergamene e documenti di monasteri e corporazioni religiose (oggi soppresse) di Caccamo, Caltavuturo, Montemaggiore Belsito, Sclafani e Termini Imerese; esenzioni e privilegi concessi alla città dai sovrani aragonesi e dai pontefi ci; lo jus lignandi. E il titolo di Civitas Splendidissima, attribuito da re Ferdinando nel 1496. Dal seicentesco convento delle Clarisse che oggi ospita la biblioteca, si ha una vista sul chiostro e sull’anfi teatro romano (il terzo per grandezza in Sicilia) sui cui resti il convento venne costruito. - Chiesa di Bartolomeo Apostolo.
àˆ considerata la “bomboniera” della città , tanto semplice all’esterno, quanto ricca all’interno: san Bartolomeo racchiude un bellissimo ciclo pittorico che occupa le pareti e impreziosisce la volta. Il tema è ispirato all’acqua, visto che la cinquecentesca chiesetta di San Bartolomeo nacque come sede della confraternita dei pescatori. Attigua a una delle tonnare, a fi ne “˜500 venne inglobata all’interno dell’area urbana e adesso si trova nei pressi di Porta Pescheria. Oltre agli stucchi e agli aff reschi di pregio, al suo interno, si possono ammirare alcuni gruppi statuari che nel “˜700 animavano la processione dei famosi Misteri. - Chiesa di San Girolamo e Santa Rosalia – Cappuccini
La chiesa degli “Scappuccini” o di san Girolamo risale alla metà del “˜500; venne ricostruita nella prima metà del “˜600 e co-intitolata a santa Rosalia per esplicita richiesta della Santuzza, apparsa in sogno ai frati. Posta su una collina, custodisce esempi d’arte cappuccina: macchine lignee, un ciborio, reliquiari, un gruppo scultoreo settecentesco di Benedetto Valenza da Trapani. In sacrestia, un “forno mistico”. La sala d’accoglienza apre per la prima volta con una mostra di arredi sacri. Sabato 28 dalle 10 alle 13 visita teatralizzata a cura dei ragazzi dell’ICS Tisia d’Imera. Domenica 29 settembre dalle 10 alle 13 visita teatralizzata a cura dei ragazzi dell’ICS dell’ICS Balsamo-Pandolfi ni. Coordinatrice Maria Rita Costanza. - Chiesa di Sant’Orsola.
Il complesso, composto da due chiese sovrapposte, è situato nel quartiere Delli Balati”, dall’arabo “Balat” (che signifi ca pietra levigata). La chiesa superiore, edifi cata agli inizi del Cinquecento e ampliata a partire dal 1660, presenta una decorazione pittorica illusionistica che riveste interamente l’edifi cio, opera di Alessio Geraci, allievo di Vito D’Anna. La chiesa inferiore, che esiste sin dalla prima metà del Quattrocento, è alla base della torre dei Saccari; a partire dal 1569 venne trasformata in cripta dai Neri, Confraternita guidata da Vincenzo Impallaria, sacerdote morto in odor di santità nel 1699: era noto come Santo Baddà ru, protagonista di una suggestiva leggenda. - Grand Hotel delle Terme.
Sono stati per primi i termitani a mettersi in coda per visitare il mitico e straordinario Grand Hotel delle Terme, chiuso dal lontano 2015 e riaperto due anni fa grazie alle visite con Le Vie dei Tesori. Quest’anno è di nuovo disponile. La struttura è stata costruita sulle benefi che acque vulcaniche che sgorgano sempre a 43 gradi, le cui proprietà antinfi ammatorie e analgesiche erano conosciute sin dall’antichità e citate da Diodoro Siculo. Sarà sorprendente entrare nello storico edifi cio in stile neoclassico che fi n dalla sua nascita (progetto di Giuseppe Damiani Almeyda) fu il cuore della città ; tra il 1910 e il 1960 venne utilizzato come quartier generale della Targa Florio, e ospitò spesso Enzo Ferrari. - Museo Baldassarre Romano.
Sono un vero patrimonio inatteso, i depositi del museo civico “Baldassare Romano” dove sono conservati reperti archeologici, e uno degli unici quattro esemplari impagliati di lupo siciliano. Il museo, istituito nel 1873, è ospitato in una struttura stratifi cata, la parte più antica risale al XIV secolo. Tra i pezzi esposti, un ritratto della nobildonna romana Giulia Drusilla (35-40 dopo Cristo), epigrafi latine, arabe, normanne, un bassorilievo del Gagini, un’Immacolata Concezione del Novelli e un bozzetto in terracotta del Bernini; le opere dello scultore Filippo Sgarlata. La chiesa di Maria SS. della Misericordia risale alla seconda metà del “˜400 e conserva la “lapide del tonno” (1572), che reca incise le diverse fasi della mattanza. - Palazzo Comunale e Cammara Picta.
Fa coppia assieme al Duomo nel cuore di Termini alta. Chiamato anche Palazzo del Magistrato, antica sede del Senato cittadino, l’edifi cio che oggi ospita il Municipio fu costruito tra la fi ne del XVI e l’inizio del XVII secolo in un pianoro dove un tempo aveva sede il foro romano. E’ un sorprendente scrigno di tesori e al suo interno conteneva anche un piccolo teatro in cui si rappresentavano scene di vario genere. Da non perdere la visita all’ex sala consiliare, la cosiddetta “Cammara Picta”, che custodisce un prezioso ciclo di aff reschi realizzati nel 1610 dal pittore e architetto termitano Vincenzo La Barbera, che rievocano gli episodi storici dell’antica Imera e di Thermae Himerenses. - Palazzo Sansone Chiarano alla Gancia.
Il palazzo di Don Giuseppe Sansone, progettato verso il 1897 dall’ingegnere Indovina, fu una novità dell’epoca sia per la sua ampiezza, veramente straordinaria, che per la magnificenza. Giuseppe Sansone fu patriota e possidente, titolare di un’azienda legata alle opere pubbliche, mentre il fratello Alfonso, docente di Storia moderna e presidente della Società Siciliana per la Storia Patria nonchè amico personale di Francesco Crispi e di Vittorio Emanuele Orlando, fondò il Museo del Risorgimento di Palermo nel 1918. Il palazzo possiede un portone imponente, balconi a traforo sulle colonne in marmo e i soffitti in legno decorati dal Gregorietti. - Santuario Madonna della Consolazione.
Il santuario dedicato alla Madonna della Consolazione è un luogo intriso di leggende e miracoli: uno dei più antichi santuari mariani di Sicilia che custodisce dal 1553 proprio l’immagine miracolosa della Madonna. Edifi cato nel 1553 grazie alle generose donazioni dei fedeli, in molti casi per grazie ricevute per intercessione dalla Madonna, fu progettato da Vincenzo La Barbera, mentre la struttura decorativa fu voluta dal sacerdote e architetto Filippo Mola. All’interno si possono ammirare non solo i pregevoli stucchi realizzati dagli allievi del Serpotta, Guastella e Sanseverino; ma anche le tele del Pollace, Bonanno, Vesco, De Blasio, Krauss e le opere del Quattrocchi.