Santa Caterina d'Alessandria
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Realizzata nel XV secolo, è quasi interamente affrescata con la vita di Santa Caterina (nata nel 287 + 305), opera attribuita dal Di Marzo ai fratelli Giacomo e Nicolo Graffeo. Recentemente attribuito ad un anonimo pittore del ciclo di Santa Caterina (Bova/Contino). Rappresenta una rarità sotto il profilo filologico, per le iscrizioni in lingua siciliana.
Gli affreschi che rappresentano una scena del Calvario con Gesù Crocifisso attribuiti dal Di Marzio a Spalletta, sono stati recentemente attribuiti a Giuseppe Spadafora Senior (Antonio Cuccia)
L’importanza degli affreschi risiede non tanto nell’elevazione artistica che esprimono, bensଠnel loro valore documentale. Essi riflettono la lingua siciliana, cosଠcome di molti altri centri della Sicilia medioevale.
Ogni figura è accompagnata da una didascalia in siciliano, in dialetto parlato al tempo.
Le figure dipinte portano ancora il segno calligrafico di origini islamiche, simile a quello trovato nel soffitto di Palazzo Chiaromonte di Palermo e nei pannelli dei carretti siciliani. Questo stile testimonia una cultura popolare presente in ogni elemento della decorazione.
Ciò che rende questi affreschi unici è l’uso del linguaggio delle mani. Esso, simbolico e espressivo, rende visibili le emozioni e le azioni dei personaggi. Questa caratteristica, chiamata il “linguaggio delle mani”, permette al popolo di esprimersi e comunicare le gioie, le preoccupazioni e gli sconforti del quotidiano.
Gli affreschi che rappresentano una scena del Calvario con Gesù Crocifisso attribuiti dal Di Marzio a Spalletta, sono stati recentemente attribuiti a Giuseppe Spadafora Senior (Antonio Cuccia)
L’importanza degli affreschi risiede non tanto nell’elevazione artistica che esprimono, bensଠnel loro valore documentale. Essi riflettono la lingua siciliana, cosଠcome di molti altri centri della Sicilia medioevale.
Ogni figura è accompagnata da una didascalia in siciliano, in dialetto parlato al tempo.
Le figure dipinte portano ancora il segno calligrafico di origini islamiche, simile a quello trovato nel soffitto di Palazzo Chiaromonte di Palermo e nei pannelli dei carretti siciliani. Questo stile testimonia una cultura popolare presente in ogni elemento della decorazione.
Ciò che rende questi affreschi unici è l’uso del linguaggio delle mani. Esso, simbolico e espressivo, rende visibili le emozioni e le azioni dei personaggi. Questa caratteristica, chiamata il “linguaggio delle mani”, permette al popolo di esprimersi e comunicare le gioie, le preoccupazioni e gli sconforti del quotidiano.
Dai uno sguardo da vicino
Santa Caterina d'Alessandria
Via Zammitti, 6/7, 90018 Termini Imerese
Orari di apertura
Venerdi 10.00 - 12.00 / 16.00 - 18.00
Sabato 10.00 - 12.00 / 16.00 - 18.00
Domenica 10.00 - 12.00
Prenotazione Visite:
3483333795 / auserterminiimerese@libero.it